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Pensieri e note

La leggenda di Piplòn

Ricordo la storia di quella roccia
sulla via per Castellana
del povero diavolo addormentato
coperto di sabbia dalla tramontana.

Ricordo Piplòn che cercava di amare
-cosa bizzarra per un demonio!-
quella fanciulla di nome Gesandra,
e averla in sposa era il suo sogno.

Ma quella dama non ne volle sapere
di un matrimonio con un tentatore,
con cattiveria mefistofelica
tentò invano di spezzargli il cuore.

Ricordo Piplòn che mai s’arrese
e per il troppo amore, o il poco cervello,
decise di chiedere aiuto a qualcuno
portando corazza elmo spada e cavallo.

Si finse quindi un cavalier perbene
in soccorso di chissà quali dame,
provando ad aggirare frate Gesualdo
e venendo beffato come un salame.

Ricordo Piplòn che credette al monaco
e rimase per giorni fermo ad aspettare
perché la ragazza lo avrebbe sposato
solo se fermo fosse riuscito a stare.

Sette anni, sette mesi e sette giorni,
soli e lune con la fermezza di un sasso,
il sonno lo colse, incurante del fatto
che da vento e sabbia venisse sopraffatto.

Ecco la storia di quella roccia
che sulla via per Castellana
porta un diavolo addormentato
sotto una corazza un elmo e una spada.

————————– La nota da cui è tratta questa “ballata” è datata 27/10/2010. E’ basata sulla leggenda di Piplòn tramandata nella provincia di Piacenza, che potete leggere qui.

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