E’ il 2011. Fino all’anno scorso i rocker alternativi si facevano chiamare “indie” ma – diamine! – siamo negli anni 2010: è ora di tornare ad essere alternativi come negli anni ’90.
L’anno scorso i rocker alternativi avevano i capelli lunghi, ma con l’estate se li sono tagliati. Ora sfoggiano righe a sinistra, frange, ciuffi e talvolta caschetti molto alternativi.
I loro fan provano a emularli come possono, a parte i caschetti che sono un’alternativa al buon gusto.
I rocker alternativi fanno i camerieri, i venditori di case, gli insegnanti, gli autisti, i facchini.
I fan dei rocker alternativi fanno i ristoratori, gli architetti, i figli, i raduni e ordinano i vinili su Amazon.
I rocker alternativi hanno la barba da due settimane, la tuta o la felpa e i jeans, le nike o le adidas o le scarpe di pelle di Pittarello e la bicicletta e l’utilitaria e quando va bene il furgone del tour.
I fan dei rocker alternativi hanno i primi baffi che vanno di moda, le camicie e i maglioncini e le giacche per andare al caffè letterario, le Clarks e la vespa e quando va bene una Jeep rossa fiammante.
Grande successo per i concerti presso il caffè letterario, il club, il circolino, il bar di periferia, la stalla con dentro i cavalli e più di 50 persone.
In città comunque non succede mai niente.
I rocker alternativi a volte si ubriacano, lavorano come bestie e ci stanno dentro. Non si capisce dove trovino il tempo per qualsiasi attività artistica se, lavorando 14 ore al giorno – talvolta in nero, non hanno neanche il tempo di andare al cesso per produrre merda d’artista (ma forse un idea ce l’ho).
I fan dei rocker alternativi non si ubriacano, pur bevendo 2 o 3 birre artigianali ogni sera. Per evadere si fumano gli spinelli, detti anche canne, che rollano dopo aver acquistato la materia prima da amici molto alternativi. Il sabato sera, ogni tanto, i fan dei rocker alternativi si permettono il lusso di prendersi una sbornia con superalcolici e di pippare cocaina dal pavimento del caffè letterario o dal culo di un transessuale. Quelli proprio più alternativi di tutti, se il sabato sera hanno fatto i bravi la domenica mattina vanno a messa.
I transessuali si possono ancora chiamare “i transessuali”, anche sui social network di recente diffusione come Facebook, Twitter e Netlog.
I rocker alternativi hanno cellulari vecchi, ma hanno l’iPod per ascoltarsi sempre un sacco di musica straniera. Spendono buona parte dei loro guadagni mensili su iTunes a supportare i loro colleghi e ogni tanto comprano un CD o un DVD di un live.
I fan dei rocker alternativi scaricavano gli mp3 da eMule, ma stanno chiudendo un sacco di server. Ora scaricano gli mp3 tramite Limewire, BitTorrent o direttamente da Youtube tramite i sitini illegali. Spendono comunque buona parte dei loro guadagni mensili comprando i vinili di dischi sia nuovi che vecchi, perché si sa che il vinile ha un suono più caldo.
I transessuali pensano che i loro clienti abbiano gusti musicali di merda. Non solo quelli musicali, visto che vanno a transessuali, ma finché i fan dei rocker alternativi pagano i transessuali se la pigliano nel culo e non fanno commenti.
I rocker alternativi a volte incontrano i fan dei rocker alternativi.
A volte finisce in rissa.
A volte finisce in intervista per il quotidiano online della città.
A volte finisce davanti a una birra al bancone.
A volte finisce con una scopata sul divano dell’ufficio dello studio di un architetto, dove il rocker alternativo si rivela una alternativa scadente alla sua versione idealizzata e sessualmente allettante.
A volte finisce in un autografo o una foto strappata di fuggita.
Il più delle volte, però, finisce con la delusione del fan del rocker alternativo perché se n’è andato via subito senza fare un altro pezzo, mentre poteva stare lì fino alle 4 a divertirsi con i suoi fan che tanto non hanno niente da fare.
Il fan del rocker alternativo il giorno si sveglia alle 9, va in ufficio, accende il Mac, cancella gli mp3 del rocker alternativo dal suo lettore, toglie il “mi piace” dalla pagina ufficiale del rocker alternativo su Facebook, scrive una recensione negativa del concerto e la pubblica su un noto sito di recensioni musicali.
Il rocker alternativo il giorno si sveglia alle 5 e mezza e va a lavorare. Alle 11, dopo 5 ore di lavoro, viene contattato da una multinazionale discografica che vuole produrre il suo disco. Tra 5 anni sarà ospite di Sanremo, giudice di un talent show o dimenticato da tutti, tranne che da qualche nostalgico.