Ricordo il tempo del sacro timore
Di Dio, dei suoi doni
E delle mie scelte
Di quando avevo paura
Ma solo di poterti ferire
E di poterlo offendere
Facendo scelte stupide
Vivendo in doppiezza
Ma senza doppi fini
Solo cedendo metri e kilometri
Ad un dominio di un tiranno lontano
Ricordo i giorni della gioia
Del presente e del passato
In cui i due lembi del tempo
Combaciavano e potevano
Esser piegati come tovaglia
Nel cassetto della mia mente
Per essere spiegati a comando
Sulla mensa della nostalgia,
Sulla tavola dei ricordi
Ricordo la notte e le mie parole
Sul foglio, scritte da solo,
Quasi di nascosto
Alla luce di una piccola lampada
Mentre, sotto le coperte,
Invocavo il sonno,
Tra preghiere convulse,
Silenzi attenti o
Distratta incuranza,
Prima di segnarmi
E di chiedere pace nel mio cuore