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Pensieri e note

Per carità

Una vita tranquilla, senza troppi impegni, che scorre lenta e serena, senza problemi, senza intoppi, senza… una meta.
Viaggiare, viaggiare, viaggiare.
Una vita leggera, come una foglia nel vento, oppure veloce come un piccolo pesce che sa nascondersi tra i coralli, a riparo dagli squali.
Una vita di zucchero, senza zucchero, col giusto zucchero, non nauseante, non amara, non aspra, giusto una zolletta nell’immenso sorso di tè nero che è la vita.

E’ a questo che dovrei ambire?
E’ a questo che ambisco.
E’ a questo che dovrei ambire.
Eppure non posso.

Non posso più ambire ad una vita tranquilla, senza troppi impegni, che scorre lenta e serena, senza problemi, senza intoppi, senza una meta, senza peso, senza sapore.
Non posso più accontentarmi di cose così alte, di cose così grandi, così ricche, così maestose come un palazzo regale, un tesoro antico o la Luna.

Ciò a cui il mio cuore ambisce è lo sguardo del vecchio.
Ciò a cui la mia mente ambisce è la mano del malato.
Ciò a cui la mia vita ambisce è il sorriso di un bambino.
E io non sarò mai così grande, ma ho una grande speranza.

Una speranza grande come quella solitudine, quella sofferenza, quella debolezza.
La speranza nella cosa che tutto copre, tutto sopporta. tutto crede,

E’ quella cosa che smuove, che affida, che entusiasma, che guarisce, che scioglie, che guida, che pondera, che dà sapore a questa vita così sterile e fertile.

Una vita che serva.

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Pensieri e note

Pesi e misure

Non tutto ciò che è vecchio è buono:
qualcosa marcisce col tempo,
qualcosa diventa lento
e qualcosa diventa un peso.

Si cambia un po’ tutti
di peso e di misure,
più grasso, più largo,
più basso, più secco:
ad ognuno il suo diventar vecchio.

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Poesia

Adolescenza

E quindi uscimmo a riveder le stelle
col nuovo telescopio astronomico
e in sottofondo le Notturne di Chopin

Stavamo in silenzio, ascoltavamo la luna
respiravamo le note, guardavamo la pioggia
che, bagnando i campi accaldati, odorava d’estate

La vita è in versi, i sogni catturati da foto
racchiuse in vecchi libri finiti di mio padre
ed io con eterno stupore li scopro per me, nuovi

Quanto tempo, quanto tempo, quanto tempo
che viene, va, ritorna, e si ripete
come vuole, è un gatto che non mi ascolta

Vorrei fermarti, ma sei libera
e l’unica cosa che posso umanamente
è viverti e, come un gatto, lasciarti

Sono stato adolescente, lo sono e lo sarò,
come ogni artista, finché la morte non mi avrà
o la vita mi svuoterà, e sarò depresso

I sogni sono i ricordi di un futuro che non sarà,
donati a noi per misericordia, per viverli
quando non possiamo tentare di possederli

In essi ti ricordo, bella,
come le foto che non ti ho mai fatto,
quando ti stringevo come non potevo

E le notti passano, gli anni bruciano
(ormai 10 o più), e i tagli spariscono,
e tu non ci sei più, o non ancora

Forse eri solo il tempo ben vissuto,
quello mai sprecato, della scoperta
che come lama non si può afferrare