Ti guardo,
i tuoi occhi dolci,
il tuo naso minuto,
la tua bocca nascosta.
Ti guardo,
mi nascondo anche io,
mentre tu, dietro il velo,
chiudi gli occhi.
Davanti a me
l’immenso mi guarda, mi ascolta,
e io ho paura
di venir meno:
Venir meno
di fronte a te,
di fronte al mondo,
di fronte all’immenso
che non so immaginare.
Non so parlare,
né scrivere,
né disegnare.
Non so guardare
i tuoi occhi dolci,
il tuo naso minuto,
la tua bocca nascosta
e al pensiero
di salpare per questo
immenso, ignoto mare
mi sento debole,
incontinente, misero.
Partirei solo
per cercare un rifugio
lontano dalle mie nudità.
Eppure è qui,
sulle rive di questa
immensa esistenza
che ho incontrato il tuo sguardo,
e il tuo sguardo,
pieno di attesa,
di pudore, di dolcezza
mi ha amato.
Mi ricopristi
col tuo velo,
mi sollevasti
e mi baciasti:
“Quanto ti ho atteso
per tutti i miei giorni,
e ho atteso te
e l’infinito giorno,
pieno d’ogni bene,
con te è giunto”
Ti guardo,
i tuoi occhi dolci,
il tuo naso minuto,
la tua bocca nascosta.
Tutto di te conosco,
e amo te,
che come pioggia
ami lo sporco fango,
e nella mia morte
trovo lo stupore e il compimento,
e nel fallimento d’ogni giorno
trovo nuova vita.