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Pensieri e note Poesia

Avanzi

Dimenticai
ciò che per paura
seguisti in ciò che chiamano
“gioventù”
ogni caduta, cedimento,
incertezza, bestemmia, bruttezza

I tradimenti, la cupidigia
le menzogne, la vergogna
serpenti che morsero
coloro coi quali li cinsi,
“gioventù”
il mondo giustifica
solo per gioco

Dimenticai
ciò che ora non vuoi più
che il tuo mondo veda
“gioventù”
perduta, lontana, acerba,
nascosta, errante, immatura

Fedele,
non ti ho mai tradito
e se mi hai mentito
ricordo
soltanto una promessa
“gioventù”
acerba se non sai aspettare,
l’attesa logora
chi non sa cosa volere

Ricordo
soltanto una promessa
e generazione su generazione
è sempre rimasta la stessa
i figli
la terra che accoglie il seme
e, fertile, germina,
e genera una nuova speme

Il cammino è lungo,
la morte è una tappa
verso la terra dei vivi
chi vuole restare
resti,
sotto la terra dei morti
ma chi vuole amare
avanzi
oltre il confine eterno
abbondi e danzi

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Pensieri e note

Ohibò

Tienimi comunque
Tienimi comunque
Che sennò mi perdo
Come faccio sempre

Tienimi ti prego
Tienimi comunque
Che sennò mi sento
Come senza un peso

Senza peso per te, per me
Senza peso per il mondo
Senza un peso per gli altri
A chi importerò?

E mi meraviglio sempre
Di come non ti scrivo mai
Di come il tempo passa
Stringendoti le mani
Ma cercando altro
E guardando altrove,
Lontano dalla verità
Ma tu tienimi comunque

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Poesia

L’attesa

La vita è troppo lunga e lenta per chi si guarda indietro
e troppo breve e veloce per chi non sa vedere;
ma il passo giusto non si misura a vista,
e il cammino non finisce mai se si è da soli.

E’ insostenibile un viaggo senza meta:
vagabondare è triste se è per sempre.
La notte gela il sangue e la carne muore,
il sole ustiona ed affatica il cuore.

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Pensieri e note

“Miracolo!”

Credo
in quel che vedo,
ma sono cieco.

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Non so dove, ma bisogna andare

Tocca a te:
scegli la tua via
ancora una volta.

Pensavi di averla già scelta,
di essere sulla buona strada,
di conoscere già questi sentieri.

Pensavi che sarebbe stato facile
tornare indietro
là dove il tempo é miele
e lo spazio é stupore.

No. Ti sbagliavi.
Non esiste quel posto.
Non ci sono alberi sotto cui sdraiarsi,
alla cui ombra leggere un libro, o riposare.

Eppure il suo ricordo non ti da pace,
nonostante tu non voglia ricordare
la nostalgia ti tormenta,
la fame fa rumore, non ti lascia dormire.

Hai sentito che quel posto esiste
da un sussurro nel vento,
da una foglia di un albero,
dal sorriso di uno sconosciuto.

E ora davvero trasformeresti
queste pietre in pane,
solo per attutire la fame?

Davvero ti trastulleresti
aspettando che venga sera,
senza alzare un dito?

Davvero ti basta un’esistenza sterile,
in cui i giorni sono solo
numeri su un calendario da cambiare,
te che sei nata
quando una sera la televisione era spenta
e una scoperta si é compiuta?

Ora
tocca a te:
scegli la tua strada,
e cammina.

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Pensieri e note

I rivoluzionari di Staceppa

Travestiti
da rivoluzionari,
non vedete
che siete rivoltanti?

Rivoltatevi, appena vi chiamano
“invertiti”, “froci”, “malati”,
ma la vostra pena non è la persecuzione
ma l’orgoglio.

Rivoluzione:
una parola vecchia,
ma la usate per ciò
che non sa davvero rinnovarsi.

Ma ciò che cambia
la vita, e della strada
ne cambia la rotta, la direzione,
il senso: non è forse rivoluzione?

Ciò che ne cambia l’essenza,
che rivoluziona il senso:
questa rivoluzione è meglio cercare,
che rivendicazioni vane.

Rivoluzione della mia vita,
Amore e Verità,
ti cerco e ti trovo,
e tu sfuggi dalle mie dita.

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Pensieri e note

Montagne, montagne

Montagne, montagne
E noi lì sotto, camminiamo
Su quella lunga strada bianca.

E io non vedo la natura dipinta,
Non sento l’odore dell’erba
O il rumore dell’acqua

Io vedo te, le nostre mani, i nostri piedi.
E questa lunga, bianca strada davanti.
Mi sento un idiota, ora.

Guardo la nostra foto,
E penso che ho paura
Perché vorrei…

Essere perfetto,
per me, con te,
E invece cado.

Montagne, montagne
E se mi attaccheranno i briganti
Da lì verrà il mio aiuto.

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Pensieri e note

La mia bussola

La guardo:
gira,
si perde,
si ritrova imbarazzata
e si nasconde,
come un bambino timido
dietro alla mamma.

La osservo,
mi aspetto la risposta:
“Qual è la direzione?”

La fisso, con occhi
pieni di lacrime,
per questo vento freddo,
e lei è lì,
nel palmo della mia mano.

E cos’è più importante,
la mano o la bussola?

Alzo gli occhi e li vedo:
felicità e vita,
come me,
ma senza questo fardello,
così vivi
che non sembrano reali.

Essi non sembrano, eppure sono,
oltre a questo apparente nulla,
al “tutto qui”, “ora”,
al segno tangibile,
e quello che fin’ora non ha visto
ero io.

Tutto ciò che io posso
è alzarmi e fare
qualcosa per me,
da me non previsto:
guardare sé stessi
oltre il proprio ombelico,
e camminare verso una meta
così desiderata
e così poco conosciuta.

Ti guardo e penso:
“guidami tu,
compagna di viaggio”
che io non riesco, e vorrei
fermarmi qui.