Categorie
Pensieri e note

Per carità

Una vita tranquilla, senza troppi impegni, che scorre lenta e serena, senza problemi, senza intoppi, senza… una meta.
Viaggiare, viaggiare, viaggiare.
Una vita leggera, come una foglia nel vento, oppure veloce come un piccolo pesce che sa nascondersi tra i coralli, a riparo dagli squali.
Una vita di zucchero, senza zucchero, col giusto zucchero, non nauseante, non amara, non aspra, giusto una zolletta nell’immenso sorso di tè nero che è la vita.

E’ a questo che dovrei ambire?
E’ a questo che ambisco.
E’ a questo che dovrei ambire.
Eppure non posso.

Non posso più ambire ad una vita tranquilla, senza troppi impegni, che scorre lenta e serena, senza problemi, senza intoppi, senza una meta, senza peso, senza sapore.
Non posso più accontentarmi di cose così alte, di cose così grandi, così ricche, così maestose come un palazzo regale, un tesoro antico o la Luna.

Ciò a cui il mio cuore ambisce è lo sguardo del vecchio.
Ciò a cui la mia mente ambisce è la mano del malato.
Ciò a cui la mia vita ambisce è il sorriso di un bambino.
E io non sarò mai così grande, ma ho una grande speranza.

Una speranza grande come quella solitudine, quella sofferenza, quella debolezza.
La speranza nella cosa che tutto copre, tutto sopporta. tutto crede,

E’ quella cosa che smuove, che affida, che entusiasma, che guarisce, che scioglie, che guida, che pondera, che dà sapore a questa vita così sterile e fertile.

Una vita che serva.