Mi guardava come se fossi un gelato,
come se fosse estate in mezzo a una spiaggia rovente,
appoggiata a un mobile giallo
di compensato.
Passavo, e la vedevo
con la coda dell’occhio:
mi fissava e voleva
che anch’io la vedessi.
“Non fai per me”, pensai
mentre, senza sollevare lo sguardo,
la ignoravo e tiravo dritto
lasciandola intimamente delusa.