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Pensieri e note Poesia

Delusa

Mi guardava come se fossi un gelato,
come se fosse estate in mezzo a una spiaggia rovente,
appoggiata a un mobile giallo
di compensato.

Passavo, e la vedevo
con la coda dell’occhio:
mi fissava e voleva
che anch’io la vedessi.

“Non fai per me”, pensai
mentre, senza sollevare lo sguardo,
la ignoravo e tiravo dritto
lasciandola intimamente delusa.

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Pensieri e note

Ohibò

Tienimi comunque
Tienimi comunque
Che sennò mi perdo
Come faccio sempre

Tienimi ti prego
Tienimi comunque
Che sennò mi sento
Come senza un peso

Senza peso per te, per me
Senza peso per il mondo
Senza un peso per gli altri
A chi importerò?

E mi meraviglio sempre
Di come non ti scrivo mai
Di come il tempo passa
Stringendoti le mani
Ma cercando altro
E guardando altrove,
Lontano dalla verità
Ma tu tienimi comunque

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Pensieri e note

Close your eyes

Vorrei essere interessato.

Vacanza con gli amici,
stando sereno.

Immergermi nel dialogo,
nell’ascolto degli altri,
produrre nuovi oggetti della mia
futura nostalgia buona.

Ricordi e sospiri
per un bene passato,
desideri
per un bene futuro.

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Un rimedio naturale per le tue labbra screpolate e secche

Rossi come le montagne
i tuoi capelli
candidi di neve
la sciolgono come pure
penso di starmi a sciogliere anch’io

E sotto la lana verde
bruciano i tuoi pensieri
di voglia e affetto
che mostri ai miei
coi tuoi occhi di bosco

Silenzio
è perturbazione nevosa
che ghiaccia
lentamente
ogni istante
che il nostro calore
liquefa
in parole
che scorrono
a fiumi
sulle tue labbra
rosse

le più rosse

più rosse

e

avvolgimi come manto
con il tuo abbraccio
che scalda il tiepido
scorrere del tempo
mentre mi immergo nel tuo petto

che forse vorrei entrarci di testa
che forse sto bene
che forse c’è caldo
invece del freddo
che forse non sento più.

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Vedente non-guardante

Occhi,
occhi grandi,
occhi più capienti di un pozzo
e più profondi di un bicchiere
occhi neri come il petrolio, o
occhi chiari come il ghiaccio.

Occhi,
occhi grandi,
come i miei, che hanno visto,
e occhi che non hanno voluto guardare,
occhi che ancora si pentono
e aspettano un nuovo pianto.

Occhi,
occhi che sembrano grandi,
occhi che sono solo più gonfi,
occhi che non guardano,
proiettano ciò che sono
occhi pieni e bicchieri mezzi vuoti,
lacrime mai bevute e dolore mai versato:
aspetto.

I miei,
aspetto di svuotarli
da questo vuoto
e di riempirli
di pienezza,
di bellezza,
di te.

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Bene, per sempre

Chiudo gli occhi:
realtà distorta,
logica (e) nonsense,
strade e storie
impossibili.

Senza tempo,
senza paura,
senza più una fine
a questa bellezza.

Li riapro:
piacere eterno,
linea infinita,
armonia di feedback e hammond,
paradiso.

Sveglio
dal sonno
infinito:
rivedo mia madre.

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Senza titolo (2010)

Non riesco a esprimere
parole e sentimenti,
sintomi di errori
e (forse) troppa sicurezza.

Colori vividi,
palazzi scomodi
dividono le strade
più di quanto faccia Dio.

E non soccombere
é più difficile
se hai una vita sola
ed una fine eterna,
e non hai nulla
che ti trasformi nel Sole,
nel silenzio
e nel rumore.

E porta ancora in giro l’idea
di un amore ipotetico
che non avrai mai.
Porta ancora in giro quel cane
che ti senti un po’ meglio, almeno
di lui.

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Noi vorremmo

Siamo già tutti
uguali, tutti scontenti,
e vorremmo stare
come il miglior prosciutto
in bella vista sullo scaffale
ed esser notati per ciò che
diciamo
di saper fare.

Vorremmo essere
tutti splendenti,
tutti ammirati
da chi, per noi,
non è nessuno,
vorremmo essere
tutti leggende.

E un’altra vita passa,
un’altra idea di gioia,
serenità o felicità,
materialismo marxista,
religione disillusa,
spiritualità profana:
passa un giorno,
un altro giorno,
sul calendario.

Eppure
vorremmo.

Non è semplice accontentarci,
malattia dell’anima.
Perché, alla fine,
noi tutti
non siamo prosciutti.