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Poesia

28/10/13, ore 7.25 (mattino)

Sveglia.
La luce filistea
mi acceca,
ma i capelli che avrò di nuovo
tra 5 minuti
mi faranno giustizia

Morfeo,
braccia d’edera,
mi lasci come
la sterpaglia lascia il campo
in fiamme,
rovinando sulle mie labbra:
al silicone dietro al lavandino
non parlo.

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Poesia

E’ sceso il buio

Tapparelle abbassate
per nascondersi
o per dormire

Averti accanto
per amarti
o per amarmi

E’ difficile
non essere
così egoista

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Pensieri e note

Lontano

La mia chitarra è, in questa densa notte, muta
come un radar su un relitto in fondo a un abisso.

Abisso, oblio,
relitto dimenticato,
da qualche parte,
forse.

Ecco, adesso la mia mente naviga sulla rotta medesima
dove cinquant’anni fa navigava quella stessa nave.

Forse anche la mia stanza è naufragata qui,
e in questa notte limpida, profonda come quelle acque,
il fantasma di un marinaio o lo spettro di una passeggera
si starà chiedendo se, anche io,
da qualche parte
esisto davvero.

Di certo,
un radar su un relitto in fondo a un abisso non suonerà più
per qualcuno vicino,
ma la mia chitarra può ancora suonare
per qualcuno lontano.

E affronto quest’altra notte
come un fantasma affronta la tempesta
quando non vede più nessuno da spaventare,
e forse arriverà il Sole dell’alba
a dimostrarmi che non sono i fantasmi
quelli che io devo cercare.