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Pensieri e note

Un’attesa isterica

Lei era ferma e dentro le si congelava il sangue
guardando quella foto era un odio così grande
era quasi un amore viscerale per niente
tutte quelle settimane ad aspettare inutilmente

Lei lo sentiva ancora nel grembo e nelle vene
sentiva ancora il suo scalciare a ritmo di campane
non riesce più a capire, non riesce ad afferrare
che il bimbo fosse soltanto uno sfogo ormonale

I fiocchi azzurri sono diventati vermiglio
rossi come la rabbia e la placenta raggirata
pensava bene che il miracolo fosse successo
ma è triste avere un figlio mai concepito e già perso

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Pensieri e note

All’ombra

La strada è grigia e vuota, ricorda una vecchia fotografia degli anni 60, quando questo quartiere fu costruito.
L’asfalto nero è così freddo e duro che entrare in casa è stato l’unico sollievo che ho provato davvero in questa giornata.

Devo avere dormito per cinque o sei ore, prima di accorgermi di essere solo. Mi sveglio di colpo, piangendo.
Perché questo pensiero terribile mi attraversa la testa proprio in quel momento?
Le ombre in casa sembrano bambini che giocano a nascondino.

Neanche le ombre si avvicinano a me.

Mi sono alzato e mi sono fatto una tazza di caffé, nero come la luce diafana di questa giornata vuota.
Lo sento, nella campagna lontana, un tuono è una voce che mi chiama.
È il diavolo che con la sua carrozza sta per passare a prendermi.

Ho paura, come mai ne ho avuta prima, della solitudine.
Provo a cercare un diversivo, qualcosa da fare, qualcosa per cui non dare ascolto alla chiamata dell’asfalto, che da freddo e duro che era, ora mi sembra così caldo e accogliente da farmici tuffare dentro, dal terzo piano.

“Cacca al diavolo e fiori a Gesù”, mi ritorna ora nella testa quella canzoncina dei tempi del catechismo: che si fotta il diavolo! Non posso dargli ascolto…
La solitudine è solo una bugia, una maschera per non affrontare il fallimento, così terrificante quanto concreto, di quello che credevo amore.

 

 

Non so come ne sono uscito, probabilmente è stata una chiamata da parte di qualche amico, forse una visita da parte di mio fratello, forse una preghiera.

Ho capito che essere nell’ombra non è come essere nel buio: ogni ombra sul nostro viso è il segno che c’è una luce più grande che ci colpisce.

Oggi è uscito il sole. Lascerò che mi scaldi, prima che venga sera.