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Pensieri e note

Il paese è ideale

Il mio paese non è reale: noi adoriamo la luna, bianca di latte. Vegliamo la notte, la fissiamo, la cerchiamo, sotto di essa, tonda, balliamo nelle nostre notti selvagge. E noi non pensiamo al giorno, col sole che, caldo, ci fa sudare, ci brucia la pelle, ci colpisce forte le nostre teste saccenti. Neppure la sua luce perfetta ci fa paura, perché i nostri occhi non la possono reggere, ma soltanto fuggire: meglio allora la candida e bellissima luce lunare, con la sua leggerezza superficiale. Qualcuno dice “attenti, perché c’è il lato oscuro!” ma non sanno che è lì che viene il bello. O forse, credono di saperlo, quei bigotti! Noi ci rifugiamo lì, perché noi lì siamo lontani dal dolore della nostra vita. Forse.

 

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Pensieri e note

La rovina

È ciò che ci fa paura,
una paura che sempre cresce e mai crolla,
che ci fa star male
e ci fa cercare una soluzione ideale,
ideale come la famiglia felice per chi è solo
o la parità per chi non si sente uguale.

Cammino qui in mezzo,
macerie ovunque, polvere e fango,
e ci sto attento:
cammino insieme a loro.

La mia città non è in rovina,
queste rovine non sono quelle del mio Paese
che pure il tempo non ha risparmiato.

Sono come ossa inaridite
queste colonne spezzate, capitelli perduti
rotolati chissà dove, tra campi arati.

Sono morti di fame, a cui
danno caramelle per sfamarsi,
cani legati alla solita vecchia catena
che i padroni chiamano “libertà”.