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Pensieri e note

Ritorno a casa

Una città morta, che sta svanendo.
Abitanti che sono già svaniti anch’essi, e che non se ne sono ancora accorti.
Un’altra rotonda.
Un’insegna al neon: 18.43.
Lo stesso neon, due secondi dopo: +08°C.
Lo stress dopo una giornata di lavoro.
Un buco nello stomaco.
Un pensiero accomodante, antidolorifico, per quel buco nello stomaco.
Una premessa che mi pari il culo.
Un pentimento per il mio pensiero vigliacco.
Il dubbio che forse sarebbe stato meglio essere un cattivo ragazzo.
Il mio presente che non é più leggero del mio passato, troppo poco burrascoso.
La nostalgia per il fiume a cui ho messo una diga.
Le mie mani piccole.
L’abbraccio caldo di mia madre.
Le mani grandi e sicure di mio padre.
Il campanello da suonare.
Le porte del 4 che si aprono.
La pioggia che mi bagna i capelli.
L’ombrello che ho nello zaino e che non voglio aprire.
Il raffreddore, che domani avrò.
I lampioni accesi al mio passaggio.
Le auto parcheggiate vicino al bingo.
Coppie apatiche che tornano all’auto.
I soldi corsi via.
La luna, che non c’é.
Cani che abbaiano.
Skate park vuoti.
Ceneri bagnate.
Luci accese in soffitta.
Le chiavi che sono nell’altra tasca.
L’iPod che ho paura che cada per terra.
Un respiro profondo.

Ritorno a casa.