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Pensieri e note

Cipolle

Sono nel deserto:
le facce amiche
sono poche, tutte uguali,
tutte noiose ai miei occhi stanchi.

Accontentarmi:
farmi un vitello d’oro
e goderne finché (lo so)
tornerà il capo a farmelo andare di traverso.

Questa è la via semplice,
che non vorrei seguire,
ma è più forte di me:
questo vuoto oscuro,
macigno di paglia
che assorbe le mie lacrime.

Grasso e insaziabile diavolo
che non si stanca mai
di pretendere, di ricattare
premendo sulle mie paure.

No! Questo vuoto,
dolore insopportabile,
devo sopportarlo.
E’ il mio stomaco che é vuoto,
il mio cuore che grida:

RIEMPIMI, ma non così.

Non ricordo cos’è,
o la paura mi paralizza,
questo faraone da cui fuggo:
ma ora lucido dico
che mai vorrò più mangiare quelle cipolle di merda.

Mia fortezza,
mandi la manna,
mi sazi, ma ancora
io resto infedele.

Pietà di me,
in questa terra arida,
lascia morir fuori
dalla terra promessa
quel vecchio,
ma non io,
vero io!
Pietà di me.

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Pensieri e note

Sogno d’un mattino di pieno autunno

Sogno.
Questa notte sono ciò che sogno
(ciò che sono nel sonno),
sogno nel sogno.

Sono sveglio.
“Non c’è più pane”,
lo vado a comprare
con la canottiera di mia nonna,
panico,
stop.

Sono sveglio,
“Non c’è più pane”,
pedalo sul raccordo,
con una polo proprio uguale a quella di mio fratello,
in bici verso un supermercato che
– ricordo –
non c’è,
attraversando bar in bicicletta,
tra scaffali di burri e formaggi,
ricordo che

Mi sveglio
perché c’è un avvoltoio che gracchia sul comodino.
Parto, anche oggi.

Scrivo,
perché il sogno
sa essere (legittimamente)
la naturale sinestesia di cui ho bisogno.