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Pensieri e note

Quelli che il Natale è una festa pagana

Fanno festa delle zucche,
gli zombi mascherati e i bambini fatti cretini.

Tutti pieni, zucche vuote,
bellezza dello stare insieme
come di una showgirl cinquantasettenne con la maschera di silicone e la parrucca.

Un bagliore nella notte, e un boato, mi svegliano:
miccette brillanti e campanelli squillanti, eccoli che arrivano.

Verranno anche da me, finalmente!
Ho aspettato tanto questa patetica farsa, che il mio cuore aveva quasi ripreso a battere.

La dolcezza di queste caramelle è una deliziosa amarezza,
vedendo questi limpidi fanciulli risalire virtuosamente la tromba delle scale.

“Dacci un po’ di dolcezza”, mi chiedono con occhi miserevoli e succosi,
riempiendomi quindi di botte con una mazza da baseball, comprata con un soldino in un negozio cinese.

Finalmente anche io ho un buon travestimento da carcassa.

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Pensieri e note

Il paese è ideale

Il mio paese non è reale: noi adoriamo la luna, bianca di latte. Vegliamo la notte, la fissiamo, la cerchiamo, sotto di essa, tonda, balliamo nelle nostre notti selvagge. E noi non pensiamo al giorno, col sole che, caldo, ci fa sudare, ci brucia la pelle, ci colpisce forte le nostre teste saccenti. Neppure la sua luce perfetta ci fa paura, perché i nostri occhi non la possono reggere, ma soltanto fuggire: meglio allora la candida e bellissima luce lunare, con la sua leggerezza superficiale. Qualcuno dice “attenti, perché c’è il lato oscuro!” ma non sanno che è lì che viene il bello. O forse, credono di saperlo, quei bigotti! Noi ci rifugiamo lì, perché noi lì siamo lontani dal dolore della nostra vita. Forse.