Da alcuni tempi mi incammino nella caleidoscopica foresta di notizie, curiosità, meme e post personali che è Reddit.
Questo sito è molto noto nei paesi anglofoni, mentre in quelli non-anglofoni si sta piano piano facendo notare tra le varie realtà del web.
Tag: nostalgia
Terre aride
Anche stanotte, nel mio letto mi giro e mi rigiro, tra gli arpeggi dei motori autostradali.
Dalla finestra entra la prima brezza fresca dell’estate.
L’estate giunge sempre con calma, come l’ospite d’onore che non vuole fare aspettare il suo pubblico a una festa, ed entra prima dalla finestra della camera da letto.
Non bussa, non chiede, non usa maniere brusche per farti spogliare, pian piano ti copre e ti scalda.
Ti fa muovere, nel letto o per la città, non importa.
Non puoi rimanere fermo a marcire in casa d’estate.
Devi pensare.
Per cosa combatto?
Per cosa calpesto ogni mattina questo terreno?
Perché brucerò domani mattina altra strada?
Perché, se non sono capace di vedere, di ascoltare, di imparare, di stupirmi?
Perché il mio cuore è muto e sordo?
Dorme, quando urge che sia sveglio.
Il fuoco brucia e le fiamme danzano.
Gli uccelli volano e i loro becchi cantano.
Il vento soffia e le onde scalmanate corrono e saltano.
Tutto gioisce nella vita e tutto benedice Dio.
E tanto gli è sufficiente e necessario.
Ma l’uomo corre e lavora, cerca il pane e l’affetto e non trova la pace.
Il suo mare si sta ingrossando e la sua terra, sempre più arida, si sta seccando.
Le ore scorrono e i minuti allagano le mie giornate, le rendono piene di cose da fare.
Si svuotano solo delle cose già fatte, e quelle non fatte finiscono negli oscuri scatoloni della memoria.
A fine giornata ti concedo solo un pensiero nostalgico, ma non so come continuare.
seduto al tavolo di casa,
sveglia, sveglia:
ascolto la caffettiera,
e attendo che ribolla in me
un fervore d’altri tempi
eppure è già sera.
sembra un soffio,
ma come a tappe
sono piombato qui:
prima il 2006, ora il 2011,
subito mi distraggo, ed eccolo,
il 2017 e mezzo.
cosa non funziona
nella mia testa?
come l’orologio molle
cola nel bicchiere
e lo bevo al colpo,
senza gustare niente.
IO MI BUGO
Tra quanto poco saranno
passati 20 anni da quel giorno:
15 anni avevo.
15 anni buono,
25 anni bene,
ma i miei 35 non li voglio vedere.
quanta acqua sotto i ponti,
quanta gente persa, trovata
e ripersa.
Trovarne altra,
per perderla di nuovo,
e poi perdere me stesso.
Non ora, ho 26 anni ora.
Ora ho perso tempo,
come l’orologio molle
cola nel bicchiere
e lo bevo al colpo,
senza gustare niente.
2011
E’ il 2011. Fino all’anno scorso i rocker alternativi si facevano chiamare “indie” ma – diamine! – siamo negli anni 2010: è ora di tornare ad essere alternativi come negli anni ’90.
Sera di marzo
Ogni tuo ritratto
l’ho distrutto,
perché mi pareva,
dopo averlo fatto,
mediocre, brutto,
di fronte alla bellezza
che non so ritrarre
o che non so vedere
in te, mia compagna.
Eppure ora ricordo
quando il tempo
scorreva lento, e
l’aria era frizzante,
quando i miei diciott’anni
erano prossimi,
ed il futuro, così distante.
Ragazza-occhi-di-corteccia
Ricordo una ragazza sulla soglia
che mi guardava coi suoi occhi di corteccia,
e nella foresta dei suoi occhi io vedevo
la palude della sua mente stanca
Non ho chiesto mai la sua mano, né il suo nome
ma sono certo che, anche se è lontana,
ha trovato la pienezza che cercava:
la sua vita ora ha un senso da spezzata
E mi manca la sua voce e la presenza,
e lo sguardo che si nasconde, timido, anche ora,
quando passo lì davanti a quella porta –
non è morta! nel mio cuore non è morta
Il suo canto è terminato con la gloria
come un angelo che si spegne nella luce
non l’ho mai conosciuta come donna
ma l’ho sempre cullata in questo amore
Ora dormirò, e chiuderò la finestra
solo buio, e nient’altro resta –
solo buio, e questa nostalgia
con l’aurora anche io volerò via
Close your eyes
Vorrei essere interessato.
Vacanza con gli amici,
stando sereno.
Immergermi nel dialogo,
nell’ascolto degli altri,
produrre nuovi oggetti della mia
futura nostalgia buona.
Ricordi e sospiri
per un bene passato,
desideri
per un bene futuro.
Ritorno a casa
Una città morta, che sta svanendo.
Abitanti che sono già svaniti anch’essi, e che non se ne sono ancora accorti.
Un’altra rotonda.
Un’insegna al neon: 18.43.
Lo stesso neon, due secondi dopo: +08°C.
Lo stress dopo una giornata di lavoro.
Un buco nello stomaco.
Un pensiero accomodante, antidolorifico, per quel buco nello stomaco.
Una premessa che mi pari il culo.
Un pentimento per il mio pensiero vigliacco.
Il dubbio che forse sarebbe stato meglio essere un cattivo ragazzo.
Il mio presente che non é più leggero del mio passato, troppo poco burrascoso.
La nostalgia per il fiume a cui ho messo una diga.
Le mie mani piccole.
L’abbraccio caldo di mia madre.
Le mani grandi e sicure di mio padre.
Il campanello da suonare.
Le porte del 4 che si aprono.
La pioggia che mi bagna i capelli.
L’ombrello che ho nello zaino e che non voglio aprire.
Il raffreddore, che domani avrò.
I lampioni accesi al mio passaggio.
Le auto parcheggiate vicino al bingo.
Coppie apatiche che tornano all’auto.
I soldi corsi via.
La luna, che non c’é.
Cani che abbaiano.
Skate park vuoti.
Ceneri bagnate.
Luci accese in soffitta.
Le chiavi che sono nell’altra tasca.
L’iPod che ho paura che cada per terra.
Un respiro profondo.
Ritorno a casa.
Tornare bambini
Lascia, abbandona tutto quello che comprendi
Ritorna alla terra dell’arcobaleno
Dove il sole é basso e il vento soffia
E il tempo, lui si muove così lento…
Matisyahu