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Pensieri e note

Notte della ragione

Arcaiche convinzioni
Misere condizioni
Timore e privazione
Notte della ragione
Dittatura ecclesiastica
Ignoranza sistematica
Indulgenza pubblica
Religione tirannica

Davvero voi credete
A certe idee retrograde
Evolvetevi, primati
O morite come cavalli
Sicuri nel recinto
Per diventar mangime
Di cavalli più ricchi,
Stanchi intellettuali

Fallì l’Illuminismo
Per una buona ragione,
Non quella ostentata
Ma quella rinnegata:
Non siamo meglio, adesso
Con questa finta pace,
Vite condotte dal rame
E sempre più isolate

Rete sociale adesso
Non è che fiato perso
Per esser meno soli,
Stare senza pensieri,
Ma vorrei il Medioevo
Le dame e i cavalieri
Combattere per vivere,
Oppure lavorare,

Stupirsi per le cose
E non darle per scontate
Sudare sulla terra
Anziché programmare
Tutti gli appuntamenti,
Correre in tangenziale:
Molto meglio sdraiarsi
Sotto un albero di pere

Rimango un po’ stupito
Da tante insinuazioni
(Che noi saremmo furbi
E gli altri dei coglioni):
Non stiamo meglio, adesso!
Perciò vorrei evitare
Di dare per scontato
Di esser già salvato

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Poesia

L’ottavo giorno

Ruba gli occhi alla Medusa
e bevi una camomilla
nella tazza in cui beveva tua madre:
dormirai un sonno senza tempo,
tra pensieri che non ti appartengono
e i sussurri dei momenti che non hai accolto.

Andrai incontro alle paure che non hai avuto,
agli scheletri che hai tolto dall’armadio
e spedito nella discarica comunale,
camminando a ritroso
sul filo elastico del tempo
come un atterraggio sul ponte
del bungee jumping, o
il the inglese che ritorna
nella sua bustina pregiata,
“Made in China”.

Vorrei una notte così,
fatta di ricordi che non siano mostri
e passi che non siano rimorsi,
e un giorno cosí,
pieno di idee che mi danno da fare
e di pane che mi possa
– finalmente – sfamare.

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Poesia

L’attesa

La vita è troppo lunga e lenta per chi si guarda indietro
e troppo breve e veloce per chi non sa vedere;
ma il passo giusto non si misura a vista,
e il cammino non finisce mai se si è da soli.

E’ insostenibile un viaggo senza meta:
vagabondare è triste se è per sempre.
La notte gela il sangue e la carne muore,
il sole ustiona ed affatica il cuore.

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Pensieri e note

750.000 anni fa… uno “struggente anelito”

Notte strana,
la luna è una banana
e le stelle sono segni
di una lingua non inventata.

Parla con me,
voglio ascoltarti!
Vorrei capirti,
guardarti.

Ma i miei occhi
sono solo disegnati
e non sanno guardare
cio che di te è nel cielo.

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Pensieri e note

Lontano

La mia chitarra è, in questa densa notte, muta
come un radar su un relitto in fondo a un abisso.

Abisso, oblio,
relitto dimenticato,
da qualche parte,
forse.

Ecco, adesso la mia mente naviga sulla rotta medesima
dove cinquant’anni fa navigava quella stessa nave.

Forse anche la mia stanza è naufragata qui,
e in questa notte limpida, profonda come quelle acque,
il fantasma di un marinaio o lo spettro di una passeggera
si starà chiedendo se, anche io,
da qualche parte
esisto davvero.

Di certo,
un radar su un relitto in fondo a un abisso non suonerà più
per qualcuno vicino,
ma la mia chitarra può ancora suonare
per qualcuno lontano.

E affronto quest’altra notte
come un fantasma affronta la tempesta
quando non vede più nessuno da spaventare,
e forse arriverà il Sole dell’alba
a dimostrarmi che non sono i fantasmi
quelli che io devo cercare.