Tempi lontani ed echi che ritornano alla mente,
si infrangono sugli scogli del presente,
e non lasciano che un senso d’angoscia, di malinconia,
una gran voglia di gridare “torna!”.
Ora ricordo, sdaiato nel mio letto,
quando ero giovane e scoprivo la bellezza
di un’amicizia, e capivo che una bella amicizia é fatta di scoperte:
un tramonto, un bosco, la condivisione,
la vacanza, un posto nuovo, il giusto tempo,
cantare, giocare, costruire.
Un vuoto così grande,
che non si può coprire,
per quanto sia difficile
devi cercare di riempirlo
e non ce la fai, da solo.
Come venire trapiantato
in una buca nel terreno,
con un contadino
che dopo averti innaffiato
ti dice: “ora affonda le radici,
nutriti e cresci”.
Puoi più vivere allora
dietro una scrivania,
una parete domestica,
una maschera.
Non si vince una guerra
standosene in trincea,
ma affrontando il nemico,
uccidendolo, nell’azione,
non avendo paura di invadere il suo campo
e di giocare sporco, se necessario.
La noia, la paura, l’insicurezza:
io posso lottarci contro tutti i giorni,
e vincerle con le armi giuste.
Vivi come un guerriero
al servizio del suo re.