“Il tuo silenzio mi uccide”.
Canta così quel cantante.
Io penso che ciò che mi uccide è il non riuscire a fare silenzio.
È facile rifugiarsi dietro delle parole, vedere la fatica da dietro una maschera e continuare facendo finta di niente.
È vero. “Il Signore è mia roccia e mia salvezza”, ma nella mia testa non entra l’idea che lui possa salvarmi: io guardo solo a me stesso, sono un egoista e spesso mi scandalizzo dello schifo che sono.
Ho un buco nero al posto dello stomaco, e non parlo solo del mangiare compulsivamente: ho dentro di me un enorme vuoto.
Spesso mi viene da pensare che la mia vita non vada bene, dovrebbe essere diversa, a partire da ciò che faccio e dalle persone che ho intorno.
Dopodomani è Natale e io mi chiedo quando verrai a fare luce nella mia vita.
In questo momento ho così paura, prima o poi dovrò affrontare ciò che evito da sempre, la morte che ho dentro e il suo compimento nelle scelte di vita che dovrò fare.
Io non so cosa é giusto per me, mi limito a vivere come vivo sempre, e ciò che mi consola è che tu sei fedele. Lo sei sempre stato.
Ho paura di cadere, di perdermi dietro alle illusioni di piacere che quel cornuto mi vuole abilmente rifilare tutti i santi giorni.
Quello che voglio essere e a cui tendo ogni giorno è un’ombra di ciò che sono e che tu vuoi che io sia. Felice. Semplice come un bambino, perché i bambini si accontentano.
Ascolta le mie parole e abbi pazienza con me.
Donami la pace e togli da me questa rabbia e questa inquietudine.