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Poesia

28/10/13, ore 7.25 (mattino)

Sveglia.
La luce filistea
mi acceca,
ma i capelli che avrò di nuovo
tra 5 minuti
mi faranno giustizia

Morfeo,
braccia d’edera,
mi lasci come
la sterpaglia lascia il campo
in fiamme,
rovinando sulle mie labbra:
al silicone dietro al lavandino
non parlo.

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Poesia

E’ sceso il buio

Tapparelle abbassate
per nascondersi
o per dormire

Averti accanto
per amarti
o per amarmi

E’ difficile
non essere
così egoista

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Pensieri e note

Piume fradicie

E’ un pomeriggio afoso a metà settembre.
Piove, fuori. Cosa ti aspettavi?
Il sole sta facendo un riposino e un merlo, fradicio, si scuote le piume.

La gente, fradicia, si lamenta per le scarpe bagnate da questa pioggia che non fa male, e rischia di morire per un raffreddore stagionale.
Gli anticorpi anche loro stanno facendo un riposino, mentre la gente sogna da sveglia senza mai volersi svegliare.
Mio fratello dice che dipende da come ti svegli, per non perdere di vista quel sogno finito, ma nessuno vuol fidarsi.
E allora giù con altra camomilla e valeriana, per andare ancora a letto alle 3 e non riposarsi mai davvero.
Sognano, sognano senza essere mai liberi dal sogno, sempre assopiti in un’illusione di sicurezza.

Ho paura che, se non mi riparo alla svelta, domani morirò anche io di raffreddore.

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Pensieri e note

Tre metri

Lo so che siamo tutti chiusi fuori.
Siamo tutti così lontani dalla tua testa in fiamme, perché mai dovresti ascoltarci?
Forse non ti ricordi neanche più chi siamo.
Dani, ascoltaci, ti amiamo.

Sembri un astronauta, con tutti quei tubi, e quelle macchine sembrano l’astronave con cui, da piccolo, dicevi che ci avresti fotografati tutti, là in alto, dalla Luna.

Invece ora siamo noi quelli troppo lontani per poterti abbracciare, e stiamo pregando che tu possa restare ancora un po’ su questa terra, con noi.

Forse tra qualche ora ti risveglierai, spaccherai a cazzotti e lacrime quella campana di plexiglass che ci divide, e sentirai le nostre grida di gioia.
Forse tornerai a camminare, a parlare, a ridere con noi.
Forse capirai con questa esperienza che un’amicizia come la nostra ha un sapore incredibile, che né la carne né lo spirito potranno mai farti gustare. E sa far rivivere i morti.

Forse, allora, sarà vero.
Forse che, a volte, è una caduta che ti porta in alto?

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Pensieri e note

Lontano

La mia chitarra è, in questa densa notte, muta
come un radar su un relitto in fondo a un abisso.

Abisso, oblio,
relitto dimenticato,
da qualche parte,
forse.

Ecco, adesso la mia mente naviga sulla rotta medesima
dove cinquant’anni fa navigava quella stessa nave.

Forse anche la mia stanza è naufragata qui,
e in questa notte limpida, profonda come quelle acque,
il fantasma di un marinaio o lo spettro di una passeggera
si starà chiedendo se, anche io,
da qualche parte
esisto davvero.

Di certo,
un radar su un relitto in fondo a un abisso non suonerà più
per qualcuno vicino,
ma la mia chitarra può ancora suonare
per qualcuno lontano.

E affronto quest’altra notte
come un fantasma affronta la tempesta
quando non vede più nessuno da spaventare,
e forse arriverà il Sole dell’alba
a dimostrarmi che non sono i fantasmi
quelli che io devo cercare.