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Pensieri e note

La pace

Non sentire il bisogno
di alzarmi dal letto
e mettermi davanti a uno schermo

Non sentire la voglia
di prenderti in giro
e trattarti con ironia e scherno

E ci penso ogni ora del giorno
e talvolta la notte la sogno
é questa la pace che voglio

Non sentire la sete
di guardare le donne
come fossero bevande ghiacciate

Non dovere per forza
essere pessimista
e vedere le cose che mi son state donate

E ci penso ogni ora del giorno
e talvolta la notte la sogno
é questa la pace che voglio

Non avere paure
e fidarsi finalmente
delle impressioni della gente

Non sentire la spinta
di dire parole
per coprire un silenzio pungente

E ci penso ogni ora del giorno
e talvolta la notte la sogno
é questa la pace che voglio

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Pensieri e note

Noi vorremmo

Siamo già tutti
uguali, tutti scontenti,
e vorremmo stare
come il miglior prosciutto
in bella vista sullo scaffale
ed esser notati per ciò che
diciamo
di saper fare.

Vorremmo essere
tutti splendenti,
tutti ammirati
da chi, per noi,
non è nessuno,
vorremmo essere
tutti leggende.

E un’altra vita passa,
un’altra idea di gioia,
serenità o felicità,
materialismo marxista,
religione disillusa,
spiritualità profana:
passa un giorno,
un altro giorno,
sul calendario.

Eppure
vorremmo.

Non è semplice accontentarci,
malattia dell’anima.
Perché, alla fine,
noi tutti
non siamo prosciutti.

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Pensieri e note

I rivoluzionari di Staceppa

Travestiti
da rivoluzionari,
non vedete
che siete rivoltanti?

Rivoltatevi, appena vi chiamano
“invertiti”, “froci”, “malati”,
ma la vostra pena non è la persecuzione
ma l’orgoglio.

Rivoluzione:
una parola vecchia,
ma la usate per ciò
che non sa davvero rinnovarsi.

Ma ciò che cambia
la vita, e della strada
ne cambia la rotta, la direzione,
il senso: non è forse rivoluzione?

Ciò che ne cambia l’essenza,
che rivoluziona il senso:
questa rivoluzione è meglio cercare,
che rivendicazioni vane.

Rivoluzione della mia vita,
Amore e Verità,
ti cerco e ti trovo,
e tu sfuggi dalle mie dita.

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Pensieri e note

Verità, sudore e riposo

Un masso, enorme peso,
grava sulla mia schiena,
mentre affannato lo porto
al luogo della mia dimora.

Un passo, impreco,
mi piego e incasso,
ancora un pugno o uno schiaffo
ed esploderò,
come un piccolo petardo
in mezzo a una strada affollata
nel giorno di Carnevale.

Soltanto un grosso sasso,
ma grande bellezza
verrà dalla sua incisione,
e forse servirà al mio godimento
questa mia fatica,
alla contemplazione
di una nuova cosa buona,
una nuova creazione,
per me e per lo scultore.